Comité científico: Marcella AGLIETTI (Università di Pisa), Mathieu GRENET (INU Champollion - Framespa Albi) et Fabrice JESNÉ (École française de Rome)
Org.: École française de Rome
Coll.: École des hautes études hispaniques et ibériques (Casa de Velázquez, Madrid), École française d’Athènes, Université de Nantes, Université de Nice Sophia Antipolis, Université Bretagne Sud Lorient, Institut national universitaire Champollion Albi
Presentación (IT)
La storiografia si è recentemente occupata dello studio dei servizi consolari di molte realtà europee e non. Quelli italiani rappresentano ciò nonostante una realtà ancora tutta da scoprire, forse perché i loro referenti statali sono stati considerati attori minori, o addirittura marginali, nel contesto mediterraneo ed europeo. Ad uno sguardo più approfondito, invece, il personale consolare al servizio degli Stati italiani presenta ancora innumerevoli motivi d’interesse: era l’autorità responsabile dei propri “nazionali” e, nel complesso della rete consolare italiana, annoverava una presenza diffusa in tutto il Mediterraneo, raggiungendo territori ben più lontani, risultando in grado di testimoniarne l’estremo dinamismo e peculiari processi d’integrazione nelle società che li accolsero.
Scopo della presente iniziativa, che fa parte delle attività del programma “Consoli” sviluppato all’École française de Rome e del gruppo di ricerca “La fabbrica dei consoli”, è di raccogliere contributi dedicati al ruolo dei consoli nella loro funzione di diffusione, recezione e creazione di modelli di appartenenza collettiva all’interno di un mondo, quello italiano, considerato nel suo significato più ampio: una realtà dai limiti spaziali imprecisi, anche nelle sue estensioni diasporiche. Si tratta inoltre di contribuire a una storia dell’amministrazione di lungo periodo, tramite lo studio dell’istituto consolare in quanto, specializzato nella tutela dei “nazionali” all’estero, incarnava i rapporti fra Stato e i soggetti fuori dai confini nazionali, oltre a mettere a punto concetti che servirono per la costruzione dello Stato – Nazione postunitario. L’arco cronologico indicato fa infatti riferimento all’età del Risorgimento intesa in modo da superare i forse troppo rigidi confini storiografici tradizionali. Senza voler in alcun modo adottare una prospettiva teleologica, l’intento è stato piuttosto quello di indagare e comprendere le complesse tappe del lungo processo che segnò, non senza contraddizioni e resistenze, la costruzione di un nuovo orizzonte nazionale.